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Perchè mi candido

Noi, gli altri e la politica

“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia”.

Questa frase di Don Milani mi è sempre rimasta impressa, sin dal primo momento in cui l’ho letta. E’ come se avesse aperto una finestra, una consapevolezza della mente e del cuore per leggere in modo diverso questa complicata società in cui viviamo, un po’ troppo da individui e troppo poco come membri di una comunità. Eppure ciò che riguarda gli altri riguarda anche me, molto più di quanto ognuno di noi possa immaginare. Perché siamo tutte e tutti interconnessi, tra noi umani, e con le altre specie, animali e vegetali, che condividono il nostro maltrattato pianeta terra.


Madre terra vista da un giovane artista

Il bene comune

Sanità, scuola, lavoro, casa, territorio, trasporti, ambiente, giovani, accoglienza, inclusione, produzione e consumo responsabili, diritti di genere, pari opportunità per tutti e tutte. Sono per me punti decisivi del pensiero e dell’azione della politica, intesa come sforzo di ciascuno di noi verso il bene comune. Tutte e tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo e a partecipare, innanzitutto esercitando il diritto di voto, che è che il diritto di scegliere da chi farsi rappresentare ma anche con chi dialogare.

Credere nel domani

Candidarmi è per me un atto di fiducia verso il futuro, un gesto per pormi al servizio degli altri, per mettere a disposizione le conoscenze, le esperienze e le competenze acquisite come giurista nel mio lavoro e nel mondo della solidarietà e del volontariato. L’orizzonte a cui guardo, e a cui vorrei guardare insieme a voi, è quello della giustizia sociale, ambientale e intergenerazionale, nel quadro del manifesto politico di DEMOS (www.democraziasolidale.it), un partito nuovo nato proprio da esperienze di solidarietà concreta e quotidiana basate sulla Forza del Noi.

Padova, piazza Gasparotto, autunno 2022, parlando di rigenerazione urbana e comunità accoglienti
Con il sindaco Franco Balzi a Verona per l’evento “Un ponte per”

La società che vogliamo

In un momento di sconforto e sfiducia verso la politica, c’è molto bisogno di invertire la tendenza e ricominciare a costruire i presupposti per una società attiva, partecipante, in cui tutti noi ci sentiamo protagonisti e pronti a migliorare il contesto attuale. La buona politica può guidarci. Dobbiamo tornare a credere che i meccanismi della democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta, ci consentano di avere leggi, regolamenti, atti di indirizzo e programmi grazie ai quali si decide come investire le risorse senza lasciare nessuno indietro.  

Non ci serve il tifo da stadio

Oggi la politica tende a semplificare e a contrapporre, a urlare invece di ragionare. Gli slogan propagandistici e il tifo da stadio prevalgono sullo studio, sulle analisi, sul bilanciamento degli interessi. Questo è un danno per noi cittadini ma anche per il territorio, l’ambiente, il nostro pianeta. I problemi complessi non possono avere risposte semplici, serve mettersi in cerchio, unire i puntini e ragionare in maniera sistemica.

Ragionando di scuola nello spazio dell’Approdo VIII Municipio

La Regione nel quadro nazionale, europeo e internazionale

La riforma del Titolo V della Costituzione ha attribuito alle Regioni molte competenze che impattano sull’accesso ai servizi essenziali e toccano i diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione. La Regione ha i poteri e le risorse per intervenire, adottando leggi e provvedimenti nel quadro di quelli che sono gli Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, del sistema di norme dell’UE. Ma, prima di tutto, ispirandosi ai principi cardine dell’uguaglianza e dell’equità che la nostra Carta sancisce all’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali … E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli” che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la sua partecipazione alla vita collettiva.  

Guardare ai giovani per andare oltre l’oggi

Ho vissuto la mia giovinezza in un Paese che sapeva guardare al futuro e credeva di potercela fare. Oggi, all’opposto, le giovani generazioni sono disorientate e spesso non trovano le giuste motivazioni. Cercano risposte di fronte a un mondo che cambia velocemente e senza riferimenti solidi, ma non le trovano. A loro va dedicata l’attenzione maggiore. Dobbiamo aiutare i nostri giovani a costruire una visione di loro stessi, delle loro città, dello stare insieme e, allo stesso tempo, renderli responsabili. Devono saper scegliere cosa fare della loro vita ma anche in che mondo vogliono vivere.  Meno repressione e più ascolto: hanno proprio ragione.

Fridays For Future settembre 2022